Olio extravergine di oliva e tutti i processi utilizzati per la produzione dello stesso, possono rappresentare un concetto di sostenibilità.
Essere un “olio sostenibile” permette uno sviluppo più mirato ed equilibrato sia per i consumatori di oggi sia per le generazioni di consumatori che si avrà nel futuro, vicino o lontano. Questa sostenibilità è possibile impiegando le corrette risorse senza compromettere ancor di più il nostro pianeta ed ecosistema. Si può quindi parlare di olio extra vergine sostenibile quando un EVO arriva fino sulle nostre tavole rispettando una serie di regole ambientali, economiche, sociali e morali, tali da garantire il rispetto stesso delle risorse naturali e umane.
Un prodotto come l’olio d’oliva extra vergine sostenibile prevede che i processi di produzione sia tali da garantire il rispetto per l’ambiente, la tutela del territorio e dei lavoratori, di tutte quelle persone impegnate ogni giorno nel processo produttivo, sempre rispettando i vari lati economici, etici e sociali.
Per fare in modo che il nostro olio EVO risulti un prodotto alimentare sostenibile è necessario che venga mantenuto un basso impatto ambientale durante tutti i processi, dalla coltivazione alla distribuzione; che venga valorizzata la biodiversità e il patrimonio olivicolo, così da preservarlo per le prossime generazioni; che vengano ridotti gli sprechi e che si trovi un modo per gestire scarti e residui in modo sostenibile.
Ma non si può menzionare la sostenibilità ambientale senza fare accenno alla sostenibilità economica, è infatti altresì necessario garantire un reddito equo per i produttori e una remunerazione corretta per i lavoratori dipendenti, e alla sostenibilità sociale, puntando al miglioramento della qualità della vita e alla garanzia del rispetto dei diritti dei lavoratori nonché al mantenimento di legami e cultura territoriale.
L’argomento dell’olio EVO come prodotto sostenibile è di assoluta attualità e, nonostante ancora non esisti una definizione unica della sostenibilità applicata al prodotto e alla filiera dell’olio extravergine di oliva possiamo dire con certezza che l’attenzione del pubblico su tale argomento è alle stelle.
La produzione di olio extra vergine di qualità ha un impatto ambientale ridotto: si consideri che data la capacità di sequestro dell’anidride carbonica di un ulivo, ogni kg di olio d’oliva assorbe 0,4 kg di CO2 dall’atmosfera, durante la sua fase agricola.
Se si lavorasse in modo da utilizzare sole soluzioni per diminuire i consumi di energia e di materie prima utilizzate nelle fasi successive alla raccolta, le emissioni generate dalla produzione di 1 kg di olio d’oliva extravergine potrebbero avvicinarsi allo zero o essere addirittura nulle.
E’ infatti proprio per questo motivo che la filiera olivicola è presa come modello per la messa a punto di nuove strategie ambientali, atte a mitigare i cambiamenti climatici e a tutelare la biodiversità e gli ecosistemi che ci circondano.
Data però la competitività e i cali di produzione degli ultimi anni, sono state avanzate 6 proposte in tema di “filiera dell’olio italiano sostenibile”, per riuscire a primeggiare a livello internazionale:
1. promuovere un sistema agricolo a più olivicolture, ampliando le superfici esistenti e convertendo, da tradizionali a intensivi, gli oliveti privi di un ruolo multifunzionale, allo scopo di valorizzare le specificità delle diverse tipologie di impianto riequilibrandone al meglio la distribuzione sul territorio;
2. favorire la creazione di sinergie tra università, organizzazioni di produttori e imprese della filiera per stimolare l’imprenditorialità attraverso la formazione e l’assistenza tecnica rivolta tanto ai professionisti di domani quanto a quelli attualmente attivi;
3. pagare il giusto prezzo a tutti gli attori della filiera per aumentare la redditività delle imprese e favorire gli investimenti necessari allo sviluppo futuro del settore in chiave tecnologica;
4. ridurre gli impatti ambientali delle attività produttive attraverso l’adozione di pratiche sostenibili da parte di tutti gli attori della filiera, allo scopo di tutelare l’ambiente e di aumentare il valore del prodotto percepito dal mercato;
5. fare educazione alimentare sul valore nutrizionale dell’olio d’oliva attraverso un ampio coinvolgimento degli attori chiave interessati mediante la combinazione di attività formative e divulgative, allo scopo di consolidare la percezione dell’olio extra vergine d’oliva come un prodotto sano e nutraceutico;
6. promuovere la certificazione di un olio extra vergine che assicuri un prodotto di alta qualità e sostenibile, per superare le asimmetrie informative presenti sul mercato, aumentando il valore percepito e accompagnando il cliente verso un consumo più responsabile.