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Come degustare l’olio di oliva nel modo corretto: la guida

Degustare l’olio extravergine di oliva è un viaggio interdimensionale, una realtà che lavora con multiple dimensioni diverse, al di là delle classiche. Un’esperienza must, in grado di trasportare i nostri sensi tra le mille mila sfaccettature che il mondo dell’extravergine vanta.

Olfatto, vista, gusto… tutti i 5 sensi sono messi in azione quando ci si approccia alle prime degustazioni di olio d’oliva extravergine. Si riescono a percepire e cogliere profumi, aromi, colori, anche in grado di far riaffiorare ricordi e memorie più profonde, nascoste dentro di ognuno di noi.
Il periodo di raccolta delle olive quando tutta la famiglia si riuniva per aiutare, il primo sgorgare di quell’extravergine fresco e puro chiamato anche oro verde, il pezzo di pane abbrustolito arricchito solo da un filo di EVO appena franto, condiviso con gli amici per merenda…
Degustare un olio d’oliva è anche questo, magia!

Ma per far scaturire questo suo lato, bisogna prima imparare a degustarlo nella corretta maniera.
E quindi, come si fa a degustare l’olio di oliva extravergine?

Imparare a degustare l’extravergine

I più “studiati” potranno affermare che il miglior modo di riconoscere se un olio di oliva è di buona qualità o scadente, è effettuare l’analisi chimica. Operazione per monitorare l’acidità dell’olio, parametro fondamentale se non il più importante, ma effettuabile solo in laboratorio.

Ma la realtà è ben diversa! Guidare alla perfetta degustazione di olio d’oliva rimane tutt’ora lo strumento più efficace ed efficiente.
Questa pratica si divide in tre fasi, vediamole insieme:

  1. ANALISI OLFATTIVA

    Primo step per meglio approcciarsi all’analisi del nostro extravergine.
    Versare l’olio in un bicchierino colorato (sapevi che i bicchieri ufficiali per la degustazione dell’olio d’oliva sono di colore blu?) e intiepidirlo, tenendolo in una mano a coppa e coprendolo con il palmo dell’altra mano. Muovere il bicchierino in modo lento e circolare, per aiutare la temperatura ad arrivare intorno ai 27°C e infine, annusare l’EVO.
    La linea generale si dice che ci si trova davanti ad un buon extravergine se dal bicchierino scaturiscono aromi che ci portano alla mente sensazioni di erba appena tagliata, pomodoro, carciofi e mandorle…

  2. ANALISI GUSTATIVA

    Il secondo passaggio fondamentale per imparare a degustare l’olio extravergine al meglio.
    Portare l’EVO alla bocca, senza però deglutirlo. Lasciarlo cullare nel cavo orale e al contempo inspirare per ossigenare l’olio, depositarlo sulla lingua in modo tale che si riposi.
    Non bisogna solo andare alla ricerca di sapori come dolce, amaro e piccante, ottimi riconoscimenti di un extravergine di qualità, ma durante la degustazione di un olio bisogna prestare altrettanta attenzione anche agli stimoli tattici come consistenza e fluidità.
    Concludere questa fase di degustazione espellendo l’olio d’oliva nel bicchierino precedentemente utilizzato.

  3. ANALISI VISIVA

    Per l’ultima fase della nostra lezione di degustazione dell’olio d’oliva entra in gioco il senso della vista. Qui, i fattori più importanti da valutare sono limpidezza, densità e colore. La limpidezza è variabile a seconda degli stadi di filtrazione dell’olio, la densità dipende dal territorio di origine delle olive e il colore deve essere tra il giallo paglierino e il verde intenso.

Et voilà, una guida alla perfetta degustazione dell’olio extravergine di oliva sempre a disposizione!
E perché non aggiungerci anche qualche consiglio abbinamento olio-piatto per smuovere la quotidianità a tavola e sorprendere i vostri ospiti più speciali?

Dopo la degustazione di olio di oliva: s’impara ad abbinare

Ebbene sì, anche l’extravergine, così come il vino, segue delle precise regole quando si parla di abbinarlo in cucina. Bisogna infatti saper esaltare la qualità, i gusti e i profumi di ogni singola pietanza; accompagnare il piatto finale con l’olio d’oliva sbagliato vorrebbe dire penalizzarlo nel profondo.

È difficile da credersi ma ben 8 Italiani su 10 ammettono di non sapere come abbinare correttamente l’olio extravergine di oliva ai piatti che portano in tavola. Capeggiati da idee sbagliate o falsi miti, rischiano quotidianamente di rovinare le loro creazioni culinarie semplicemente non porgendo la giusta accortezza all’abbinamento corretto olio EVO-cibo.

Però, basti sapere che c’è una sola semplice regola alla base di questo sapere: l’olio extravergine si accompagna per similitudine di sapori.

Qualche esempio:

  • – oli con note amare si sposano bene con piatti forti e saporiti come sughi di carne e selvaggina, carciofi e radicchio rosso, carne rossa  e verdura alla griglia;
  • – oli piccanti ravvivano piatti di zuppe di legumi, bruschette, sughi al pomodoro;
  • – oli amabili arricchiscono portate delicate a base di pesce e carni bianche, verdure bollite o less.
  • – oli con sentori vegetali donano note di freschezza a pietanze come l’insalata di pomodori, la caprese o insalate di riso.
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